E’ risaputo che ai giorni nostri il mondo sia dipendente dall’utilizzo di combustibili fossili: le emissioni di gas ad effetto serra derivanti dall'uso di combustibili fossili sono considerate la causa principale del riscaldamento globale. Il mondo si sta adoperando per ridurre questi fonte di emissioni seguendo approcci diversi. L’energia solare e quella eolica possono contribuire a risolvere questo problema, ma in realtà non possono di per sè essere determinanti. I nuovi biocarburanti, invece, possono rappresentare un ruolo chiave per risolvere il problema, fornendo un contributo ancora maggiore.
Questo è il motivo per cui l'Unione europea ha fissato nel 10% il target da raggiungere per l'utilizzo di energie rinnovabili nei trasporti entro il 2020.
L’Etanolo - cioè l'alcol etilico - è già miscelato alla benzina in piccole quantità, tra il 5% e il 10 %. Attualmente, è prodotto principalmente dalla canna da zucchero, mais, frumento o patate: tutte materie prime vegetali dalle quali gli zuccheri possono essere facilmente recuperati e fermentati.
Tuttavia, un uso intensivo di queste materie prime per la produzione di biocarburanti rischia di sottrarre terre per la coltivazione alimentare e quindi di provocare un aumento del loro prezzo nel mercato alimentare. Inoltre, i processi di prima generazione da cereali offrono una limitata riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nel ciclo di vita del combustibile se confrontate con i combustibili fossili, dato che la CO
2 "assorbita" dalla pianta è nulla da un punto di vista delle emissioni di gas serra legate alla produzione di biomassa (fertilizzanti, operazioni di terra) e all'energia consumata nel processo di conversione. A seguito di queste considerazioni, l’Unione Europea ha decretato che a partire dal 2017 i biocarburanti con capacità di sequestro della CO2 inferiore al 50% non saranno più conteggiati per il target del 10% e/e previsto dalla RED (Renewable Energy Directive), e la soglia salirà al 60% nel 2018, per biocarburanti e bioliquidi prodotti in impianti la cui produzione sia avviata dal 1° gennaio 2017 in poi.
L’etanolo prodotto da materie prime lignocellulosiche, come la paglia, ha il potenziale per superare queste soglie assai più facilmente rispetto ai biocarburanti convenzionali prodotti da mais, grano, soia, olio di palma.
Per i singoli mandati nazionali si rimanda al link sottostante:
http://globalrfa.org/biofuels-map