FAQ

I biocarburanti di seconda generazione sono ottenuti utilizzando materie prime vegetali non in conflitto con gli usi alimentari. I biocarburanti di prima generazione, invece, utilizzano mais, canna da zucchero e altre varietà usate per l’alimentazione animale o umana. Con i biocarburanti di seconda generazione si evitano le cause di innalzamento dei prezzi delle derrate alimentari e si producono sostanze con minore impatto ambientale, in quanto le loro emissioni di CO2 sono praticamente nulle.
È la prima tecnologia al mondo con la quale è possibile produrre a livello industriale bioetanolo di seconda generazione e altre sostanze chimiche con costi inferiori al petrolio. Può utilizzare una grande varietà di biomasse lignocellulosiche.
Costi più bassi, nessun conflitto con la catena alimentare, adattabile alle biomasse disponibile nei diversi territori, non richiede sovvenzioni, minore impatto ambientale, autosufficienza di energia per la produzione del bioetanolo.
In Brasile e negli Stati Uniti per la costruzione di impianti simili a quello di Crescentino. Altre trattative sono in corso.
Inizialmente produrrà 40.000 ton/anno di bioetanolo per poi passare a 60.000 ton/anno a pieno regime. Utilizza paglia di riso e Arundo Donax (canna dei fossi), provenienti in un raggio di non oltre 70 km. dallo stabilimento.
Il prezzo della benzina alla pompa è influenzato da diversi fattori e la componente industriale è quella meno rilevante sotto il profilo economico. Ciò non toglie che riducendo i costi di produzione si possano ridurre, seppur marginalmente, anche i costi alla pompa.
La maggior parte del bioetanolo prodotto dallo stabilimento di Crescentino viene acquisita da una delle maggiori compagnie petrolifere globali, che provvedere ad addizionarlo ai propri carburanti distribuiti in Europa. Una piccolissima parte viene inviata al distributore di bioetanolo operante a Tortona
L’azienda ha siglato un protocollo di intesa con il Governo italiano per individuare i siti più idonei alla realizzazione di nuovi impianti. Si sceglieranno siti industriali dismessi, che così potranno tornare a produrre in modo sostenibile. Al momento è impossibile stabilire con precisione dove e quando sorgerà il secondo impianto di bioetanolo in Italia.
No, lo scopo di Beta Renewables è promuovere la tecnologia Proesa®, che è stata applicata per la prima volta su scala industriale a Crescentino. Questo stabilimento costituisce un preziosissimo banco di prova e la testimonianza concreta della validità di Proesa®. Beta Renewables non intende divenire un’azienda produttrice di carburanti.